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Covid: in Sicilia, la doppia faccia della medaglia, tra fatica e incredibili storie


La pandemia rende difficoltose le attività e accresce l’esigenza di costruire spazi reali di relazione. Dall’altra gli stessi limiti sono diventati risorse fondamentali e incredibili.


Il Covid limita la progettazione, impegna gli operatori a trovare nuove metodologie, a riprogrammare le azioni, tuttavia può diventare una risorsa.

E’ quanto accade con il Progetto Movi-menti in Sicilia, nei territori di Modica e Scicli, nelle cui periferie i partner del progetto lavorano per dare risposte ai bambini e ragazzi che vivono contesti complessi, in luoghi difficili e spesso in territori abbandonati dai servizi.

Qui la Fondazione di Comunità Val di Noto, la Cooperativa l’Arca e lo spazio-gioco Kirikù con la stagione invernale hanno dovuto mettere in stand by alcune attività, soprattutto nelle scuole, per limiti imposti dal Covid, continuando però a lavorare incessantemente e a costruire pensiero e azioni.


Attualmente due presidi territoriali di animazione di strada sono rimasti operativi a Modica e a Scicli, due periferie dove i bisogni nelle scuole sono importanti, e dove sono stati organizzati sostegni didattici di accompagnamento dei bambini: aiuto con la DAD e aiuto pomeridiano per i bambini maggiormente in difficoltà. Non è mancato il sostegno digitale ad alcune famiglie, in difficoltà economica, per garantire strumenti che permettessero di non perdere i contatti con la scuola, grazie alla fornitura di tablet, cuffie, schede telefoniche.

Alternare spazi di apprendimento, attività didattiche e di laboratorio a spazi dove protagonista sia l’emotività è diventata una priorità per tornare a parlarsi davvero, raccontandosi e coltivando relazioni. “Stiamo lavorando sul rafforzamento e la promozione di relazioni in presenza e non sempre a distanza – spiega ancora Graziano Assenza – non vogliamo fare cose perché le dobbiamo fare, ma ragioniamo su un lavoro che dia risposte contestualizzate al periodo. E’ necessario ripensare il come e non solo il cosa va proposto, e non solo nell’immediato, ma anche nel prossimo futuro, quando le esigenze e difficoltà educative ereditate da questo anno di pandemia si manifesteranno in modo chiaro: chi lavora nel campo dell’educazione deve farsi trovare pronto, saper giocare d’anticipo”. Non bisogna perdere quindi l’aggancio con le scuole, questo ponte fondamentale per dare sostegno ai casi maggiormente in difficoltà.


Le storie che fanno bene: “Il cantiere treppiedi” e “ La sorpresa di Luigi”

“Là dove esistono maggiori bisogni arrivano dai ragazzi le risposte più belle”. La frase di Francesco, operatore del progetto Movi-Menti in Sicilia, fa sintesi di tante realtà e di una verità assoluta.

Francesco con la sua telecamera e la macchina fotografica documenta fin dall’inizio del progetto situazioni, attività, interviste con i ragazzi. Tutto questo lavoro alla fine del progetto sarà restituito alle famiglie, agli insegnanti e a tutta la comunità tramite una mostra o un documentario. I ragazzi qui non sono stati però solo oggetto delle riprese, ne sono stati anche soggetti attivi, trasformati in fotoreporter del loro vissuto quotidiano, grazie ad alcune attività come il “Cantiere Treppiedi” realizzato a Modica. “Abbiamo consegnato nelle loro mani delle macchine fotografiche usa e getta per filtrare attraverso i loro occhi la realtà che vivevano quotidianamente – racconta Francesco – il quartiere, la casa, la famiglia . Un lavoro che ha molto emozionato i ragazzi che hanno potuto così raccontarsi attraverso la fotografia. Quella macchina fotografica è stata la loro voce, ma non solo, è stato uno strumento che hanno conservato con cura, un piccolo gioiello affidato nelle loro mani e considerato quasi sacro. Questo lavoro è stato per noi educatori uno strumento preziosissimo di lettura: a volte è facile credersi capaci di capire i bisogni dell’altro, ma troppo spesso ci si dimentica di chiedere a chi ha un bisogno di raccontarsi con i propri occhi, col proprio punto di vista”.

Tra questi ragazzi c’è la storia e il percorso di Luigi (nome fittizio che gli diamo per motivi di privacy). Luigi vive in campagna, è un ragazzo iperattivo, e il primo approccio con lui nel corso dei centri estivi non è stato semplice: sembrava incontenibile e difficile da gestire.

Per assurdo il Covid è stato di aiuto! Le attività estive infatti, causa la pandemia, sono state organizzate per piccoli gruppi di 7 bambini. Questa impostazione è stata una risorsa importantissima invece di essere un limite, come ci racconta Marcello, altro operatore del progetto “Lavorare con contesti più piccoli ha permesso di far emergere meglio i bisogni dei ragazzi e anche le attività sono state riprogrammate per dare risposte più efficienti e concrete. Questo ha permesso nel corso dei centri estivi di raggiungere obiettivi trasversali. Il temperamento e le difficoltà di Luigi sono state comprese dagli altri ragazzi del gruppo, in modo silenzioso e immediato, permettendo una maturazione repentina del gruppo e un’integrazione veloce e sorprendente di Luigi. I suoi compagni hanno reagito per colmare un’emergenza. Il centro estivo è stato così una risorsa per Luigi, la sua famiglia e il gruppo stesso”.

Riflessioni su un progetto che unisce davvero, una buona stella che continua a brillare.

La chiusura dell’esperienza siciliana di questo periodo la lasciamo a Marcello.

“Il progetto Movi-Menti è nato sotto una buona stella e dall’inizio ad oggi questa stella ci irradia continuamente. Le attività Steam con i suoi risultati, la formazione sul problem solving tra operatori di regioni diverse, le metodologie acquisite e scambiate in questa rete, lo smantellamento di alcune impostazioni classiche a favore di altre innovative, ci hanno permesso di crescere come operatori, come cooperativa, sentendoci davvero parte di un tutto, ma soprattutto ci hanno restituito la dimensione di rete educativa, diffusa, reale, concreta, capace di modificare in modo evidente destini e contesti. Queste attività hanno un appeal molto forte perché portano a fare cose e ottenere risultati in fretta. Il progetto Movi-Menti ce l’ha portato in dote”.


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